Dallo scorso 1 febbraio, il Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza è il dott. Luigi Catalani.

Persona alla mano (nonostante l’aristocratica “r” arrotondata), è un vero appassionato (oltre che esperto qualificato) della materia. Tocca a lui dunque l’incarico di coordinare il Polo culturale integrato del territorio, inaugurato nel 2020 in attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2017 da MiC, Regione Basilicata e Provincia di Potenza

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Domanda impegnativa… non credo sia possibile giustificare un’esistenza, parlando in generale. Credo sia un dono, pertanto cerco di meritarlo giorno dopo giorno sia in famiglia sia nella mia attività professionale.

d: La sua attività professionale riguarda senza dubbio il mondo dei libri. Come ne è entrato a far parte? C’è stato qualcuno che l’ha introdotta o è stato “rapito”?

r: Avevo già una passione da piccolo e, ben prima di questo incarico, ero già in mezzo ai libri, poiché stavo per concludere il mio dottorato di ricerca quando partecipai a uno degli ultimi concorsi per bibliotecari bandito in Basilicata, era il 2003 se non erro. Presi, dunque, servizio presso la Biblioteca provinciale di Potenza e ciò fino a sei anni fa, quando -con la riforma delle Provincie- il personale in forza alle stesse è passato in comando alla Regione Basilicata; anche se di fatto non è cambiato nulla, se non l’importante stipula di un protocollo d’intesa tra Ministero, Regione e Provincia per la nascita di un Polo culturale integrato del territorio. Ebbene, da un paio d’anni a questa sono operativo presso questo Polo, dapprima come bibliotecario alla Provinciale, poi come Direttore del Polo stesso.

d:…Tra l’altro lei dirige una Biblioteca all’interno di una cornice splendida, una sede ultramoderna. Ne parlammo in una precedente intervista anche con la direttrice che l’ha preceduta, la dottoressa Pilogallo. Oggi come procedono le attività, a seguito di una Pandemia che ha lasciato alle sue spalle numerosi strascichi, specialmente in ambito culturale?

r: A distanza di due anni da quella prima timida apertura -era il cinque luglio del 2020, quando potevamo far entrare in biblioteca solo cinque persone- direi che oggi, con la caduta dei principali vincoli legati alla Pandemia e pur rispettando le normative in vigore, posso certamente dire che la biblioteca lavora a pieno regime e la comunità è riuscita a riappropriarsene.

d: Le persone, dunque, nonostante le potenzialità della Rete, ancora tornano in Biblioteca a consultare fonti e documenti?

r: Certamente, e la cosa ci conforta. I primi a essere rientrati in biblioteca ovviamente sono stati gli studenti universitari, per la preparazione di esami o tesi di laurea, tuttavia c’è un’ampia presenza di persone che -fortunatamente- non possono fare a meno di leggere. Abbiamo immediatamente riattivato il servizio di prestito, oltre che organizzato numerose iniziative culturali, specialmente a favore delle scuole. Insomma, direi che chi scopre questo posto non può fare a meno di ritornarci.

d: In Basilicata ci sono molti editori, dunque immagino che le assi della biblioteca siano più che adeguatamente fornite. Estendo il discorso a un campo ben più ampio, secondo lei ci sono poi realmente tutti questi lettori?

r: I tassi di lettura non sono poi così lusinghieri, ha perfettamente ragione, tuttavia io e tutte le persone che lavorano intorno al Polo culturale partiamo da un punto di vista privilegiato: abbiamo la possibilità di raccogliere ed ospitare tutte le produzioni letterarie della nostra Regione, specialmente in virtù della norma sul deposito legale che ne permette la conservazione.

d: Come si spiega, a fronte dei numeri dei lettori non proprio confortanti, il fiorire al contrario di un ampio numero di editori e di produzioni culturali?

r: In effetti è un fenomeno su cui riflettere, anche se a noi fa particolarmente piacere questo fiorire di stimoli culturali, al punto da dedicare alle pubblicazioni made in Basilicata un’intera sezione. I libri locali vengono letti e consultati e, spesso, intorno a questi riusciamo a organizzare delle iniziative di più ampio respiro. È certamente vero, altresì, che uno degli altri deficit è legato alla scarsità di personale, poiché molte biblioteche sono sguarnite di bibliotecari. Potrei citare a mo’ di esempio il caso della Biblioteca provinciale di Matera, che non ha un bibliotecario già da qualche anno, o il nostro stesso Polo che dispone di un solo funzionario bibliotecario, che tra l’altro andrà in pensione il prossimo anno. Purtroppo è una situazione generalizzata che riguarda anche tutte le altre biblioteche d’Italia.