Trentasei anni a ottobre, eletta tre anni fa al soglio comunale di Genzano di Lucania (Pz) con la lista Unione Democratica, Viviana Cervellino preferisce la declinazione al maschile dell’ufficio che rappresenta (pertanto, “sindaco”) e sorride a margine delle sue risposte più secche e “decise”: non un modo per chiedere indulgenza, ma un sigillo, come per dire “Così è, se vi pare”. d: Come giustifica la sua esistenza? r: Con il caso. Sono sindaco da tre anni (dopo essere stata vice per cinque) per una pura casualità. Il tutto è accaduto in seguito ad alcuni incontri, occasionali, con la politica lucana, che poi hanno portato a stravolgere la mia vita e che, tornata definitivamente da Roma, mi hanno reso un’emigrata “di rientro”. d: Nei suoi piani cosa c’era invece? r: Tutt’altro. Pensavo avrei fatto il magistrato. d: E invece oggi fa il sindaco, una categoria che sovente si trova dall’altro lato del tavolo dell’interrogatorio.